Un romagnolo che non sappia ballare il valzer non è un romagnolo
Dei “Balach”, una casata di gente originale che ne inventava una al giorno, si diceva in paese [a Cervia, n.d.r.] che fossero posseduti dal demone della danza. Il vecchio, detto “e Gagg”, per il fulvo colore della pelle e dei radi capelli, aveva chiamato le figlie Tersicore e Euterpe, spiegando agli amici che avrebbe voluto crescerle sacerdotesse del ballo e della musica […]. Un romagnolo che non sappia ballare il valzer non è un romagnolo, sentenziava spesso “e Gagg”. E del modo di ballarlo conosceva tutti gli stili; dal valzer stretto, girato su un soldo, si udiva dire, dei forlivesi a quello largo e strisciante dei cesenati, dal valzer intervallato da furiosi mulinelli dei faentini a quello lento e slanciato dei lughesi (1).
[…] I “Balach” avevano fatto del ballo il piacere più alto della loro vita. Il loro caso era l’indice rivelatore di un costume (2). Leggi tutto “La civiltà del ballo in Romagna”