Aldo Bavolenta (violinista, chitarrista e compositore) nasce nel 1876 a Cervia dove risiederà fino al 14 aprile 1942, giorno della sua scomparsa.
Dopo aver appreso l’arte musicale da Pio Gherardi (1818-1900) Maestro della Banda cittadina di Cervia, e a sua volta buon violinista e amico di Angelo Mariani, si dedicò ben presto alla professione di violinista nelle orchestre di Romagna e specialmente nelle formazioni da ballo. In seguito, divenuto impiegato statale presso la Direzione delle Saline di Cervia, continuò a dedicarsi alla composizione. Dotato di facile vena melodica, e di buona armonica, scrisse per tutti i generi musicali diventando ben presto noto, sia per le sue operette e commedie musicali che per i suoi rinomati valzer. Nella sua carriera di compositore scrisse una decina di commedie musicali eseguite intorno agli anni ’20 e ’30 del ‘900, una quindicina di opere impressionistiche per media orchestra (tipo quelle eseguite allora come sottofondi musicali dei films), circa cinquanta romanze per canto e piano o per canto e chitarra, oltre 150 pezzi per chitarra e altri strumenti, oltre 300 ballabili per orchestrina o per media orchestra in gran parte in stile romagnolo (valzer, mazurca, polca e munferrine) ed infine diverse musiche di vario genere e per formazioni diverse. Come dice Lauro Malusi, che ne curò la catalogazione, nel contributo apparso su Romagna Arte e Storia (n° 52, settembre-ottobre 1983) “come gran parte dei musicisti romagnoli di un certo rilievo che, pur svolgendo, in vita, intensa e valorosa attività musicale nella propria città, con la loro scomparsa vennero frettolosamente relegati nel “dimenticatoio comune” (in Romagna è più capiente che altrove) senza più uscirne minimemante e senza che mai, almeno qualche volta, se ne spolverasse la memoria, anche il violinista-compositore Aldo Bavolenta subì la stessa sorte!”. Fortunatamente, al contrario che per suoi tanti illustri colleghi, oggi è ancora presente gran parte del repertorio bavolentiano presso il Fondo Musicale Bavolenta che ha sede nella biblioteca comunale di Cervia. Il fondo fu catalogato dal professor Lauro Malusi nel gennaio del 1983, successivamente alla donazione fatta da Renzo Panzavolta figlio di Domenico Panzavolta, noto mecenate cervese, che, nell’immediato dopoguerra, aveva acquistato l’intero repertorio per mille lire circa.