La famiglia è di condizione modesta ma tale da consentire una sussistenza più che dignitosa, grazie al mestiere del padre, un sarto di campagna da cui Secondo avrebbe ereditato la solida posizione. Ma Secondo non ci sta. Alla irrequietezza dell’adolescenza unisce l’attrazione irresistibile per le musiche da ballo delle orchestrine che si esibivano nelle borgate lì attorno, non si riesce a costringerlo in casa e la notte scappa furtivamente per rientrare all’alba, finché ottiene dalla famiglia il consenso ad andare a scuola di violino. E’ bravo ed impara in fretta, ma invece di continuare ad approfondire e perfezionare lo studio, appena riesce a destreggiarsi e padroneggiare la musica comincia a cimentarsi nelle serenate, a farsi notare nei borghi e nelle campagne in occasione dell’Epifania, dell’uccisione del maiale, del carnevale, delle veglie nelle stalle, delle feste per la fine dei raccolti e dei lavori agricoli.
Nel 1922 il debutto, a Borella di Cesenatico, in una di quelle orchestrine tante volte ascoltate e ambite di nascosto, quella di Aurelio Bazzocchi; due anni dopo l’ingresso in una delle orchestre allora più apprezzate e in voga, quella di Emilio Brighi, figlio del mitico Zaclèn. La prima composizione musicale, Cucù, è ispirata dal canto del cuculo mentre rientrava in bicicletta da uno dei suoi primi “servizi” serali. Nel 1928 il debutto a capo di una formazione tutta sua, il 21 giugno, alla Pensione, poi dancing “Rubicone” di Gatteo Mare, con le novità musicali, strumentali, estetiche e comunicative apprese dalle orchestre che si esibivano in riviera: divise omologate e inappuntabili, l’introduzione della batteria, detta jazz, al posto del contrabbasso e della chitarra e del sax contralto, megafono di cartone per la voce solista. Presentatore e cantante è Giovanni Fantini, Secondo Casadei primo violino, Elmo Bondi secondo violino, Guido Rossi clarinetto, Primo Lucchi sax, Olindo Brighi batteria. Sino a poco più di un decennio prima, nei polverosi e affumicati cameroni antesignani delle balere, l’orchestra eseguiva esclusivamente brani strumentali, su di un palco impiccato al soffitto, con suonatori vestiti ciascuno a modo suo, in cui il contatto con il pubblico dei ballerini consisteva esclusivamente nella musica, i cui brani in successione erano annunciati da cartellini infilati sul leggio. Insieme all’orchestra si inaugura il filone della canzone, subito dopo arrivano le prime incisioni, poi le sfide con le più affermate orchestre romagnole che vedranno Casadei imporsi sull’autorevole formazione di Emilio Brighi e aprirsi le porte delle cittadine e dei luoghi di intrattenimento dell’intera Romagna. Nel 1935 sposa Maria, la fidanzata di sempre e la sera stessa delle nozze non riesce a declinare la richiesta di un club a tenere una serata musicale.